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  • Immagine del redattoreStefano Rabitti

Attività fisica e apparato gastro-intestinale: quali sono gli effetti ?

Aggiornamento: 14 mag 2023





Numerosi studi hanno evidenziato i benefici di un esercizio fisico regolare nel ritardare l’invecchiamento cellulare e prevenire lo sviluppo di numerose patologie corniche, dalle patologie cardiovascolari (es. ipertensione, infarto, ictus..) e dismetaboliche (es. diabete, obesità, steaosi epatica..) alle patologie neurodegenerative e tumorali.


Inoltre, l’attività fisica ha mostrato potenti effetti benefici sul sistema immunitario e su disturbi dell’umore come ansia e depressione.



Cosa si intende per attività fisica regolare?


Le linee guida internazionali consigliano un’attività fisica ad intensità moderata-vigorosa, per 150/min settimana.


Cosa sappiamo sull’attività fisica e apparato gastrointestinale?


I benefici dell’attività fisica e sportiva sull’apparato gastro-intestinale si esplicano attraverso multipli meccanismi.





Modulazione del Microbiota intestinale


Le persone che svolgono regolare attività fisica aerobica mostrano una aumentata biodiversità intestinale.


Un interessante studio condotto su giocatori di rugby in USA ha mostrato che gli sportivi avevano un aumentato livello di Faecalibacterium prausnitzii, Roseburia hominis e Akkermansia muciniphila rispetto ai controlli. Tali specie batteriche sono inversamente correlate con lo sviluppo di obesità e patologie dismetaboliche e giocano un ruolo protettivo sulla barriera intestinale.


Un ulteriore studio ha evidenziato come la supplementazione con probiotici migliorava significativamente le prestazioni di atleti di endurance rispetto al placebo.


Recentissime ricerche hanno dimostrato l’esistenza di un asse microbiota-mitocondrio.

I batteri intestinali, in caso di eubiosi, producono acidi biliari secondari ed acidi grassi a catena corta (clicca qui per l'approfondimento sui postbiotici) che sono in grado di interagire con i mitocondri attraverso specifici recettori di parete.

Gli acidi grassi a catena corta (SCFAs) si legano ai recettori FFAR2 e FFAR3 che regolano il metabolismo glucidico e lipidico apportando un miglioramento dell’attività mitocondriale con conseguente potenziamento delle prestazioni muscolari.

Gli acidi biliari secondari prodotti dal metabolismo batterico hanno la capacità di interagire con i recettori mitocondriali FXR e TGR5 incrementando i processi di fosforilazione ossidativa e di beta-ossidazione degli acidi grassi con dimostrato aumento delle performance di resistenza.

Infine, la presenza di alta bio-diversità batterica intestinale e di alcune specifiche specie microbiche intestinali sono state correlate con l'aumento della secrezione di citochine anti-infiammatorie (es. IL-10, TGF-beta) e la diminuzione della produzione di citochine pro-infiammatorie (es. IL-6, TGF-alfa) e di tossici batterici come LPS, con miglioramento dei quadri di colite in pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali e sindromi dell’intestino irritabile.



Modulazione endocrina e l’ asse intestino-cervello


Il ruolo benefico dell’attività fisica sul tono dell’umore è ormai noto da oltre 30 anni.


Recenti studi hanno confermato le importanti capacità di neuromodulazione dell’attività fisica tramite il rilascio di endorfine che evocano il senso di benessere e piacere.

Un interessante studio ha dimostrato che l’esercizio fisico e l’attività sportiva hanno un’efficacia paragonabile all’utilizzo di farmaci antidepressivi nel migliorare i sintomi in pazienti affetti da depressione.


L’interazione intestino-cervello è complessa e si esplica mediante multipli meccanismi che comprendono il dialogo con il sistema nervoso enterico, la secrezione di neurotrasmettitori prodotti a livello intestinale (es. dopamina, serotonina, acetilcolina, GABA ..), il ruolo del microbiota intestinale, la via immune e la via vagale.


L’attività fisica agisce modulando il sistema nervoso autonomo (sistema nervoso simpatico e parasimpatico) agendo sul rilascio degli ormoni dello stress (adrenalina e noradrenalina) e sull' asse ipotalamo-ipofisi-surrene con la secrezione di cortisolo.

Di rilievo è anche la funzione ormonale esplicata con l’interazione intestino-tiroide e la produzione di ormoni da parte delle cellule endocrine dell’apparato gastroenterico (es. gastrina, glucopeptide-1, polipeptide pancreatico ecc.).


Effetto anti-infiammatorio


Studi hanno dimostrato come l’esercizio fisico combinato aerobico e di resistenza porti alla riduzione di citochine pro-infiammatorie come IL-6, TNF-alfa IL-1β, IL-6, TNF-α, IFN-γ e aumenti il rilascio di citochine ad effetto anti-infiammatorio come IL-4 e IL-10.

Tale proprietà è di sicuro rilevo nel combattere gli stati infiammatori che si riscontrano ad esempio nelle malattie infiammatorie croniche intestinali e nelle coliti in genere.

Inoltre, l’aumento della massa muscolare secondario all’attività fisica gioca un ruolo di primo piano nel mantenimento del corretto equilibrio acido base, sia fornendo i tamponi necessari a bilanciare gli stati di acidosi sia prevenendo l’osteoporosi.



Effetto sulla motilità intestinale


L’attività fisica, soprattutto quella aerobica, favorisce la progressione del materiale fecale lungo i tratti intestinali combattendo la stipsi. Il potenziamento della muscolatura addominale inoltre migliora l’aspetto meccanico del ponzamento e favorisce lo svuotamento gastro-intestinale.



Overtraining e salute gastro-intestinale



Abbiamo visto i molteplici effetti benefici dell’attività sportiva sull’apparato gastro-intestinale. Studi hanno dimostrato il forte impatto della pratica sportiva regolare moderata (150 min/settimana) nel ridurre ad esempio ansia e depressione, nel migliore i sintomi e la qualità della vita in pazienti affetti da dispepsia funzionale, sindrome dell’intestino irritabile e malattie infiammatorie croniche intestinali.





Tuttavia, l’attività sportiva se praticata in maniera eccessiva ed intensa (“over training”) può anche apportare effetti nocivi per la salute, soprattutto quando associata ad una dieta errata. Infatti, si è osservato che in corso di competizioni sportive di endurance (es. maratona, iron man..) l’insorgenza di disturbi digestivi è tra le più frequenti cause di ridotta performance o addirittura di ritiro.

Si stima che fino al 30%-50% di questi atleti possa lamentare disturbi addominali prima o durante le competizioni sportive più impegnative.

I sintomi più frequenti sono dolori addominali, diarrea (a volte anche con sangue), dispepsia, nuasea e vomito.

Quando l’esercizio fisico diviene troppo intenso o duraturo si può creare un persistente stato pro-infiammatorio, un’alterazione del Microbiota intestinale e la possibile insorgenza della sindrome da alterata permeabilità intestinale con tutte le problematiche ad essa connesse.


La dieta, il grado di allentamento, le condizioni ambientali (es. eccessiva temperatura, umidità), lo stato di idratazione, il consumo errato di integratori, lo stresso emotivo giocano un ruolo fondamentale.

Recentemente si è evidenziato anche il ruolo cruciale dello stato di salute gastro-intestinale.


E’ nato il nuovo concetto di “training the gut”, ovvero allenare l’intestino, come parte integrante dell’allenamento atletico e punto chiave per prevenire l’insorgenza di sintomi gastro-intestinali e migliorare le prestazioni sportive.







Bibliografia


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